I FALSI MITI SULL'ALIMENTAZIONE DI CANE E GATTO: COSA SAI DAVVERO?
02/07/2015 Categorie : Cani , Gatti , Salute
Spesso i proprietari di cani e gatti sono convinti che dare ai loro animali un'alimentazione casalinga molto simile alla propria sia la cosa migliore da fare. Purtroppo non è così. Una relazione curata dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari e da Purina spiega cosa fare per una corretta nutrizione. "La mia gatta mangia la pasta che mangio anche io, le piace tanto". "Al mio cane dò solo cibo preparato da me: non mi fido di scatolette e croccantini... non sai mai cosa c'è dentro!". E' frequente imbattersi in frasi come queste, pronunciate da proprietari di cani e gatti che, attenti alla salute del loro amico a quattro zampe, pensano sia più salutare per loro condividere pastasciutta e arrosto, piuttosto che acquistare prodotti specifici.
Per chiarire quali sono le false convinzioni che rischiano di compromettere la corretta crescita e il benessere degli animali da compagnia, l'Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI) e Purina hanno stilato la relazione "Sfatiamo i miti sulla nutrizione degli animali da compagnia", alla quale hanno contribuito specialisti, ricercatori e professori universitari di Medicina veterinaria, che si sono anche incontrati per confrontarsi sui temi più discussi. Ne è nata una “guida” utile per tutti i proprietari che vogliono saperne di più ed evitare gli errori più comuni. Ecco alcune delle risposte.
1. È vero che crocchette ed umidi sono fatti con scarti e materie prime di scarsa qualità?
FALSO: "La normativa europea relativa alla produzione di petfood", spiega il prof. Pier Paolo Mussa, docente di Tecnica mangimistica e alimentazione degli animali da affezione, Università degli Studi di Torino, Diplomato ECVCN; membro del Comitato Scientifico per le Linee guida nutrizionali FEDIAF, "regolamenta in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti utilizzati. Le materie prime di origine animale impiegate nella produzione industriale di cibo per animali vengono sottoposte ad attente verifiche e sono ottenute dalla macellazione di animali dichiarati idonei al consumo umano da parte del Servizio veterinario nazionale".
2. È vero che il cibo casalingo è migliore del petfood?
FALSO dice il dr. Marco Melosi, medico veterinario, specialista in malattie dei piccoli animali, presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Livorno e presidente ANMVI. "Cani e gatti hanno fabbisogni ed esigenze nutrizionali molto diversi rispetto a quelli umani, che variano significativamente fra l'altro in funzione dell'età, della taglia, del tipo di attività fisica. Basti pensare, ad esempio, che mediamente l'uomo ha bisogno del 15% di calorie provenienti da proteine, mentre il cane del 35% e il gatto addirittura del 45%. Rispondere in modo corretto a fabbisogni così vari con preparazioni casalinghe è molto difficile, in quanto richiede una conoscenza approfondita della loro fisiologia e il rispetto di ben 42 diversi parametri legati al contenuto di nutrienti. Uno dei rischi maggiori di un'alimentazione preparata in casa è quindi quello di offrire una nutrizione non bilanciata, che può ripercuotersi sulla salute del pet sul medio-lungo periodo".
3. Negli alimenti per animali ci sono additivi nocivi?
FALSO assicura il prof. Mussa. "Il termine additivi va letto in modo positivo, indica in realtà gli integratori: fra questi vi sono ad esempio vitamine, oligoelementi e antiossidanti utili per garantire la completezza dell'alimento e una sua migliore conservazione. Perciò quando si legge 'additivo' nella formulazione del petfood, non bisogna preoccuparsi.”
4. Le etichette sono reali e trasparenti?
VERO, la paura di non comprendere bene quanto riportato dall'etichetta è una delle maggiori preoccupazioni dei proprietari. Ma anche su questo il prof. Mussa rassicura: "La gamma di alimenti completi forniti dall'industria è ormai notevole e i proprietari richiedono spesso ai medici veterinari giudizi sui prodotti per i loro animali. Esiste una severa legislazione in materia di etichettatura del petfood - a livello europeo e nazionale - che ne garantisce la qualità e la sicurezza e che fissa delle linee guida precise in merito alle modalità con cui le indicazioni su materie prime e ingredienti utilizzati devono essere riportate. Le leggi attuali forniscono già gli strumenti che permettono una valutazione, se non esaustiva, comunque utile delle caratteristiche del prodotto: basti ricordare ad esempio che un mangime può essere definito 'completo' solo quando è in grado di coprire tutte le esigenze nutritive di un determinato animale. Naturalmente resta fondamentale il contributo del medico veterinario per valutare con maggior approfondimento l'adeguatezza della dieta per il proprio amico".
5. La nutrizione incide sulla durata della vita degli animali?
VERO, secondo la prof.ssa Paola Dall'Ara, docente di microbiologia e immunologia veterinaria, Università degli Studi di Milano, l'alimentazione è diventata fondamentale per l'aspettativa di vita degli animali: "È importante ricordare che 40 anni fa l'aspettativa di vita di un cane era di sei anni, mentre oggi è di 12 anni. Questo grazie ai progressi nella diagnostica e nella terapia medica e al miglioramento dell'alimentazione attraverso la diffusione del petfood nutrizionalmente bilanciato e adatto alle diverse esigenze degli animali da compagnia. Una corretta nutrizione ha, infatti, un ruolo fondamentale in termini di corretta crescita e sviluppo, prevenzione delle patologie, per la sua azione di supporto a livello immunitario, e non da ultimo come integrazione alla cura".
6. Parlando di ricerca, è vero che per valutare le qualità del petfood è necessario praticare la vivisezione?
FALSO "Per valutare l'efficacia del petfood la vivisezione non serve a nulla", assicura il dr. Melosi "Al contrario, sono sufficienti le consuete indagini veterinarie non cruente, come esami di feci e urine, che qualsiasi veterinario potrebbe trovare utile prescrivere ai propri pazienti".
Una volta chiariti questi dubbi, ogni proprietario è ovviamente libero di decidere per il proprio pet! L'importante, vogliamo sottolineare, è fornire un'alimentazione adatta e completa, che possa aiutarlo a stare bene ogni giorno.
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Spesso i proprietari di cani e gatti sono convinti che dare ai loro animali un'alimentazione casalinga molto simile alla propria sia la cosa migliore da fare. Purtroppo non è così. Una relazione curata dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari e da Purina spiega cosa fare per una corretta nutrizione. "La mia gatta mangia la pasta che mangio anche io, le piace tanto". "Al mio cane dò solo cibo preparato da me: non mi fido di scatolette e croccantini... non sai mai cosa c'è dentro!". E' frequente imbattersi in frasi come queste, pronunciate da proprietari di cani e gatti che, attenti alla salute del loro amico a quattro zampe, pensano sia più salutare per loro condividere pastasciutta e arrosto, piuttosto che acquistare prodotti specifici.
Per chiarire quali sono le false convinzioni che rischiano di compromettere la corretta crescita e il benessere degli animali da compagnia, l'Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI) e Purina hanno stilato la relazione "Sfatiamo i miti sulla nutrizione degli animali da compagnia", alla quale hanno contribuito specialisti, ricercatori e professori universitari di Medicina veterinaria, che si sono anche incontrati per confrontarsi sui temi più discussi. Ne è nata una “guida” utile per tutti i proprietari che vogliono saperne di più ed evitare gli errori più comuni. Ecco alcune delle risposte.
1. È vero che crocchette ed umidi sono fatti con scarti e materie prime di scarsa qualità?
FALSO: "La normativa europea relativa alla produzione di petfood", spiega il prof. Pier Paolo Mussa, docente di Tecnica mangimistica e alimentazione degli animali da affezione, Università degli Studi di Torino, Diplomato ECVCN; membro del Comitato Scientifico per le Linee guida nutrizionali FEDIAF, "regolamenta in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti utilizzati. Le materie prime di origine animale impiegate nella produzione industriale di cibo per animali vengono sottoposte ad attente verifiche e sono ottenute dalla macellazione di animali dichiarati idonei al consumo umano da parte del Servizio veterinario nazionale".
2. È vero che il cibo casalingo è migliore del petfood?
FALSO dice il dr. Marco Melosi, medico veterinario, specialista in malattie dei piccoli animali, presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Livorno e presidente ANMVI. "Cani e gatti hanno fabbisogni ed esigenze nutrizionali molto diversi rispetto a quelli umani, che variano significativamente fra l'altro in funzione dell'età, della taglia, del tipo di attività fisica. Basti pensare, ad esempio, che mediamente l'uomo ha bisogno del 15% di calorie provenienti da proteine, mentre il cane del 35% e il gatto addirittura del 45%. Rispondere in modo corretto a fabbisogni così vari con preparazioni casalinghe è molto difficile, in quanto richiede una conoscenza approfondita della loro fisiologia e il rispetto di ben 42 diversi parametri legati al contenuto di nutrienti. Uno dei rischi maggiori di un'alimentazione preparata in casa è quindi quello di offrire una nutrizione non bilanciata, che può ripercuotersi sulla salute del pet sul medio-lungo periodo".
3. Negli alimenti per animali ci sono additivi nocivi?
FALSO assicura il prof. Mussa. "Il termine additivi va letto in modo positivo, indica in realtà gli integratori: fra questi vi sono ad esempio vitamine, oligoelementi e antiossidanti utili per garantire la completezza dell'alimento e una sua migliore conservazione. Perciò quando si legge 'additivo' nella formulazione del petfood, non bisogna preoccuparsi.”
4. Le etichette sono reali e trasparenti?
VERO, la paura di non comprendere bene quanto riportato dall'etichetta è una delle maggiori preoccupazioni dei proprietari. Ma anche su questo il prof. Mussa rassicura: "La gamma di alimenti completi forniti dall'industria è ormai notevole e i proprietari richiedono spesso ai medici veterinari giudizi sui prodotti per i loro animali. Esiste una severa legislazione in materia di etichettatura del petfood - a livello europeo e nazionale - che ne garantisce la qualità e la sicurezza e che fissa delle linee guida precise in merito alle modalità con cui le indicazioni su materie prime e ingredienti utilizzati devono essere riportate. Le leggi attuali forniscono già gli strumenti che permettono una valutazione, se non esaustiva, comunque utile delle caratteristiche del prodotto: basti ricordare ad esempio che un mangime può essere definito 'completo' solo quando è in grado di coprire tutte le esigenze nutritive di un determinato animale. Naturalmente resta fondamentale il contributo del medico veterinario per valutare con maggior approfondimento l'adeguatezza della dieta per il proprio amico".
5. La nutrizione incide sulla durata della vita degli animali?
VERO, secondo la prof.ssa Paola Dall'Ara, docente di microbiologia e immunologia veterinaria, Università degli Studi di Milano, l'alimentazione è diventata fondamentale per l'aspettativa di vita degli animali: "È importante ricordare che 40 anni fa l'aspettativa di vita di un cane era di sei anni, mentre oggi è di 12 anni. Questo grazie ai progressi nella diagnostica e nella terapia medica e al miglioramento dell'alimentazione attraverso la diffusione del petfood nutrizionalmente bilanciato e adatto alle diverse esigenze degli animali da compagnia. Una corretta nutrizione ha, infatti, un ruolo fondamentale in termini di corretta crescita e sviluppo, prevenzione delle patologie, per la sua azione di supporto a livello immunitario, e non da ultimo come integrazione alla cura".
6. Parlando di ricerca, è vero che per valutare le qualità del petfood è necessario praticare la vivisezione?
FALSO "Per valutare l'efficacia del petfood la vivisezione non serve a nulla", assicura il dr. Melosi "Al contrario, sono sufficienti le consuete indagini veterinarie non cruente, come esami di feci e urine, che qualsiasi veterinario potrebbe trovare utile prescrivere ai propri pazienti".
Una volta chiariti questi dubbi, ogni proprietario è ovviamente libero di decidere per il proprio pet! L'importante, vogliamo sottolineare, è fornire un'alimentazione adatta e completa, che possa aiutarlo a stare bene ogni giorno.