IPERESTESIA: QUANDO IL GATTO NERVOSO DIVENTA PATOLOGICO
17/05/2023 Categorie : Gatti , Il Consiglio del Veterinario
Tempo di lettura 3 minuti
Quando parliamo di iperestesia del gatto alludiamo a una rara patologia che si manifesta attraverso fitte di ipersensibilità all’altezza della schiena del felino. L’animale, che in un primo momento è tranquillo, improvvisamente salta, cerca di mordersi la schiena e si guarda intorno, come se qualcosa lo stesse aggredendo. Talvolta è anche possibile notare la cute del gatto muoversi e si tratta di un fenomeno noto come rolling skin.
Cosa causa l’iperestesia nel gatto?
Attualmente non sappiamo ancora cosa provochi esattamente la sindrome del gatto nervoso: c’è chi pensa si tratti di una forma di epilessia, essendo la crisi epilettica una manifestazione che segue questo sintomo; altre teorie, invece, affermano si tratti di un disturbo di natura comportamentale.
Alcune razze, come il Birmano, l’Himalayano e l’Abissino, sembra siano naturalmente predisposte a contrarre questa malattia, pertanto non è facile fornire una spiegazione di tipo genetico. D’altro canto, alcune specifiche patologie preliminari causano iperestesia e pertanto, per effettuare una diagnosi attendibile, devono essere tutte previamente escluse.
Si tratta di stress e nervosismo del gatto, di problematiche di natura muscolo-scheletrica, ovvero una sofferenza che interessa la spina dorsale per via di pizzicore al nervo, ernia del disco, artrite, ecc… E infine, di disturbi dermatologici, provocati da parassitosi come pulci o allergia al relativo morso, dermatiti, funghi, scabbia o altre situazioni che provocano prurito.
Sintomi e diagnosi
L’iperestesia si manifesta con sintomi che durano da pochi secondi a qualche minuto e comprendono:
- pupille dilatate
- vocalizzazioni manifeste
- salivazione
- spasmi all’altezza della cute
- movimenti della coda
- tentativi di leccare frequentemente coda zampe posteriori e schiena.
In questa fase, il gatto sembra disorientato, non riesce a trattenere l’urina e talvolta può auto-mutilarsi.
Non essendo ancora presenti dei test volti a diagnosticare questa patologia, in quanto non causata da uno specifico motivo fisico, la diagnosi è fatta in base all'analisi clinica del gatto e dopo avere escluso tutti i disturbi sopra menzionati. Occorre dunque effettuare delle analisi del sangue complete, tricogrammi, esame neurologico completo e raschiamenti cutanei; servono inoltre dei test diagnostici per immagini come risonanza magnetica e TAC, utili per escludere la presenza di potenziali disturbi neurologici.
Stress nell’animale
Purtroppo, in questi felini lo stress può manifestarsi in differenti modi e comprendere la causa, per quanto difficile, è importante per correggerlo o intraprendere un’adeguata terapia.
È fondamentale monitorare i cambiamenti del comportamento, marcature inadeguate con feci o urina, l’insorgere di aggressività o il fatto che il gatto tenda a pulirsi in modo eccessivo, rischiando di causare alopecia. Lo stress potrebbe provocare anche sintomatologie opposte, come apatia, depressione e mancanza di interesse per l’ambiente e gli stimoli circostanti. Cambiamenti della postura e comparsa di patologie durante la perlustrazione, possono indicare stress.
Trattamento dell’iperestesia
L’iperestesia può essere quindi trattata dopo aver curato o escluso motivazioni di natura fisica. A questo punto, non potendo sapere cosa provochi effettivamente la malattia, possiamo intervenire direttamente sullo stress, in modo da ridurre o eliminare l’ansia.
L’approccio principale sarà di gestire correttamente l’ambiente e mettere in atto una terapia medica, poiché, di norma, le maggiori cause di stress sono di tipo sociale o provocate dall’ambiente circostante.
Ad esempio, possiamo intervenire sul tipo di sabbia usata per la lettiera, sul posizionamento e sulla quantità della stessa; inoltre, dobbiamo assicurarci che siano presenti luoghi nascosti e sopraelevati ai quali il gatto possa accedere. Sarebbe opportuno prendere atto dei potenziali cambiamenti ambientali che hanno influenzato il comportamento sociale del felino, come l’arrivo di altri animali in casa, ma anche di possibili errori commessi dal proprietario, ad esempio, infliggergli inutili ed errate punizioni.
I medicinali vanno somministrati solo sotto stretto controllo del medico veterinaria, spesso sono farmaci come benzodiazepine, inibitori di ricaptazione della serotonina, triciclici e antidepressivi.
Esistono anche ottimi prodotti naturali, che possono aiutare il nostro amico a 4 zampe nella gestione dello stress e delle ansie. Ad esempio:
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Cosa causa l’iperestesia nel gatto?
Attualmente non sappiamo ancora cosa provochi esattamente la sindrome del gatto nervoso: c’è chi pensa si tratti di una forma di epilessia, essendo la crisi epilettica una manifestazione che segue questo sintomo; altre teorie, invece, affermano si tratti di un disturbo di natura comportamentale.
Alcune razze, come il Birmano, l’Himalayano e l’Abissino, sembra siano naturalmente predisposte a contrarre questa malattia, pertanto non è facile fornire una spiegazione di tipo genetico. D’altro canto, alcune specifiche patologie preliminari causano iperestesia e pertanto, per effettuare una diagnosi attendibile, devono essere tutte previamente escluse.
Si tratta di stress e nervosismo del gatto, di problematiche di natura muscolo-scheletrica, ovvero una sofferenza che interessa la spina dorsale per via di pizzicore al nervo, ernia del disco, artrite, ecc… E infine, di disturbi dermatologici, provocati da parassitosi come pulci o allergia al relativo morso, dermatiti, funghi, scabbia o altre situazioni che provocano prurito.
Sintomi e diagnosi
L’iperestesia si manifesta con sintomi che durano da pochi secondi a qualche minuto e comprendono:
- pupille dilatate
- vocalizzazioni manifeste
- salivazione
- spasmi all’altezza della cute
- movimenti della coda
- tentativi di leccare frequentemente coda zampe posteriori e schiena.
In questa fase, il gatto sembra disorientato, non riesce a trattenere l’urina e talvolta può auto-mutilarsi.
Non essendo ancora presenti dei test volti a diagnosticare questa patologia, in quanto non causata da uno specifico motivo fisico, la diagnosi è fatta in base all'analisi clinica del gatto e dopo avere escluso tutti i disturbi sopra menzionati. Occorre dunque effettuare delle analisi del sangue complete, tricogrammi, esame neurologico completo e raschiamenti cutanei; servono inoltre dei test diagnostici per immagini come risonanza magnetica e TAC, utili per escludere la presenza di potenziali disturbi neurologici.
Stress nell’animale
Purtroppo, in questi felini lo stress può manifestarsi in differenti modi e comprendere la causa, per quanto difficile, è importante per correggerlo o intraprendere un’adeguata terapia.
È fondamentale monitorare i cambiamenti del comportamento, marcature inadeguate con feci o urina, l’insorgere di aggressività o il fatto che il gatto tenda a pulirsi in modo eccessivo, rischiando di causare alopecia. Lo stress potrebbe provocare anche sintomatologie opposte, come apatia, depressione e mancanza di interesse per l’ambiente e gli stimoli circostanti. Cambiamenti della postura e comparsa di patologie durante la perlustrazione, possono indicare stress.
Trattamento dell’iperestesia
L’iperestesia può essere quindi trattata dopo aver curato o escluso motivazioni di natura fisica. A questo punto, non potendo sapere cosa provochi effettivamente la malattia, possiamo intervenire direttamente sullo stress, in modo da ridurre o eliminare l’ansia.
L’approccio principale sarà di gestire correttamente l’ambiente e mettere in atto una terapia medica, poiché, di norma, le maggiori cause di stress sono di tipo sociale o provocate dall’ambiente circostante.
Ad esempio, possiamo intervenire sul tipo di sabbia usata per la lettiera, sul posizionamento e sulla quantità della stessa; inoltre, dobbiamo assicurarci che siano presenti luoghi nascosti e sopraelevati ai quali il gatto possa accedere. Sarebbe opportuno prendere atto dei potenziali cambiamenti ambientali che hanno influenzato il comportamento sociale del felino, come l’arrivo di altri animali in casa, ma anche di possibili errori commessi dal proprietario, ad esempio, infliggergli inutili ed errate punizioni.
I medicinali vanno somministrati solo sotto stretto controllo del medico veterinaria, spesso sono farmaci come benzodiazepine, inibitori di ricaptazione della serotonina, triciclici e antidepressivi.
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