LA MALATTIA DEL GRAFFIO DEL GATTO

06/01/2021 Categorie : Gatti , Salute

Tempo di lettura: 2 minuti

Avere un gatto significa non aver timore di ritrovarsi periodicamente con i segni dei graffi sulle mani o sul resto del corpo. Esiste, però, la possibilità che questi graffi siano portatori di qualche batterio: scopriamo di più sulla malattia del graffio del gatto.

I gatti amano tirar fuori i loro artigli. Che sia per difendersi, per cacciare, per arrampicarsi o semplicemente per giocare, i felini tirano fuori le unghie molto più spesso di quanto non sembri.
Chi ha a che fare con un gatto si ritrova, molto spesso, con graffi sulle mani e sul resto del corpo.
A parte il dolore fisico, solitamente sopportabile e passeggero, che il graffio di un gatto può causare alla nostra pelle, è bene sapere che talvolta i graffi (e i morsi) dei gatti potrebbero portare malattie.

Che cos’è la malattia del graffio del gatto?

Talvolta, i gatti possono essere portatori di un batterio chiamato Bartonella Henselae. Questo batterio può essere causa di infezione e portare nell’uomo la malattia del graffio del gatto.

La bartonellosi, ossia l’infezione da Bartonella Henselae, avviene per contagio solitamente causato da lesioni provocate dai gatti, tramite graffi oppure morsi.
Denti e unghie dei gatti, sia randagi che domestici, rappresentano il serbatoio più comune di tali batteri.

Attenzione alle pulci, non solo a morsi e graffi

Le pulci dei gatti potrebbero essere un altro veicolo di contagio per l’uomo: è la pulce a trasmettere il batterio B. Henselae tra i gatti e, secondo alcune teorie, potrebbe essere causa di contagio anche con gli umani.

In rari casi, si ipotizza che l’essere umano possa infettarsi, a causa della pulce del gatto, anche senza aver avuto contatti diretti con gli animali.

Quali sono i sintomi?

La malattia del graffio del gatto si manifesta dopo 3-10 giorni dall’evento traumatico (graffio o morso). Nel punto della lesione si forma una papula eritematosa, di forma circolare, che tende a trasformarsi in crosta. Raramente, la papula evolve in una pustola.


Dopo circa due settimane è possibile che si manifesti la febbre e un rigonfiamento dei linfonodi (linfoadenopatia regionale). A questi sintomi possono accompagnarsi anche:

  • CEFALEA
  • MALESSERE
  • ARTALGIA
  • DOLORI MUSCOLARI
  • PERDITA DELL'APPETITO

In rari casi, la malattia può evolvere in alcune complicazioni, come la sindrome oculoghiandolare di Perinaud. Questa sindrome, legata all’auto-inoculazione, si manifesta come una congiuntivite granulomatosa accompagnata dall’ingrossamento dei linfonodi localizzati davanti all’orecchio (linfoadenopatia preauricolare).
Altre complicazioni, anche gravi, possono verificarsi nei soggetti con un sistema immunitario compromesso.

Come si cura la malattia del graffio?

Nella maggior parte dei casi, quando la malattia colpisce soggetti immunocompetenti, questa infezione si risolve spontaneamente entro 2-5 mesi dalla sua manifestazione.

Il trattamento della malattia dovuta al graffio di gatto si realizza principalmente con:

  • Impacchi caldi da applicare sulla zona interessata
  • analgesici per attenuare eventuali dolori causati principalmente dalla linfoadenopatia

L’uso di una terapia antibiotica si riserva, sotto osservazione del medico, ai casi di complicazioni manifestatesi in soggetti immunocompromessi.

Come proteggersi?

La malattia del graffio del gatto è più comune tra i bambini e i ragazzi sotto i 20 anni. La prima e più semplice norma di prevenzione è imparare a lavarsi accuratamente le mani dopo aver accarezzato un gatto randagio, nonché pulire e disinfettare immediatamente eventuali graffi e ferite causate dagli animali.

Un altro utile strumento di prevenzione sono gli antiparassitari (in gocce, collari o pastiglie masticabili) fondamentali per proteggere i gatti domestici e la vita in casa di tutta la famiglia.

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LA MALATTIA DEL GRAFFIO DEL GATTO

Gatti , Salute

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Avere un gatto significa non aver timore di ritrovarsi periodicamente con i segni dei graffi sulle mani o sul resto del corpo. Esiste, però, la possibilità che questi graffi siano portatori di qualche batterio: scopriamo di più sulla malattia del graffio del gatto.

I gatti amano tirar fuori i loro artigli. Che sia per difendersi, per cacciare, per arrampicarsi o semplicemente per giocare, i felini tirano fuori le unghie molto più spesso di quanto non sembri.
Chi ha a che fare con un gatto si ritrova, molto spesso, con graffi sulle mani e sul resto del corpo.
A parte il dolore fisico, solitamente sopportabile e passeggero, che il graffio di un gatto può causare alla nostra pelle, è bene sapere che talvolta i graffi (e i morsi) dei gatti potrebbero portare malattie.

Che cos’è la malattia del graffio del gatto?

Talvolta, i gatti possono essere portatori di un batterio chiamato Bartonella Henselae. Questo batterio può essere causa di infezione e portare nell’uomo la malattia del graffio del gatto.

La bartonellosi, ossia l’infezione da Bartonella Henselae, avviene per contagio solitamente causato da lesioni provocate dai gatti, tramite graffi oppure morsi.
Denti e unghie dei gatti, sia randagi che domestici, rappresentano il serbatoio più comune di tali batteri.

Attenzione alle pulci, non solo a morsi e graffi

Le pulci dei gatti potrebbero essere un altro veicolo di contagio per l’uomo: è la pulce a trasmettere il batterio B. Henselae tra i gatti e, secondo alcune teorie, potrebbe essere causa di contagio anche con gli umani.

In rari casi, si ipotizza che l’essere umano possa infettarsi, a causa della pulce del gatto, anche senza aver avuto contatti diretti con gli animali.

Quali sono i sintomi?

La malattia del graffio del gatto si manifesta dopo 3-10 giorni dall’evento traumatico (graffio o morso). Nel punto della lesione si forma una papula eritematosa, di forma circolare, che tende a trasformarsi in crosta. Raramente, la papula evolve in una pustola.


Dopo circa due settimane è possibile che si manifesti la febbre e un rigonfiamento dei linfonodi (linfoadenopatia regionale). A questi sintomi possono accompagnarsi anche:

  • CEFALEA
  • MALESSERE
  • ARTALGIA
  • DOLORI MUSCOLARI
  • PERDITA DELL'APPETITO

In rari casi, la malattia può evolvere in alcune complicazioni, come la sindrome oculoghiandolare di Perinaud. Questa sindrome, legata all’auto-inoculazione, si manifesta come una congiuntivite granulomatosa accompagnata dall’ingrossamento dei linfonodi localizzati davanti all’orecchio (linfoadenopatia preauricolare).
Altre complicazioni, anche gravi, possono verificarsi nei soggetti con un sistema immunitario compromesso.

Come si cura la malattia del graffio?

Nella maggior parte dei casi, quando la malattia colpisce soggetti immunocompetenti, questa infezione si risolve spontaneamente entro 2-5 mesi dalla sua manifestazione.

Il trattamento della malattia dovuta al graffio di gatto si realizza principalmente con:

  • Impacchi caldi da applicare sulla zona interessata
  • analgesici per attenuare eventuali dolori causati principalmente dalla linfoadenopatia

L’uso di una terapia antibiotica si riserva, sotto osservazione del medico, ai casi di complicazioni manifestatesi in soggetti immunocompromessi.

Come proteggersi?

La malattia del graffio del gatto è più comune tra i bambini e i ragazzi sotto i 20 anni. La prima e più semplice norma di prevenzione è imparare a lavarsi accuratamente le mani dopo aver accarezzato un gatto randagio, nonché pulire e disinfettare immediatamente eventuali graffi e ferite causate dagli animali.

Un altro utile strumento di prevenzione sono gli antiparassitari (in gocce, collari o pastiglie masticabili) fondamentali per proteggere i gatti domestici e la vita in casa di tutta la famiglia.

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