UVEITE COS'E' E COME INTERVENIRE QUANDO DIAGNOSTICATA
17/01/2022 Categorie : Cani , Salute
Tempo di lettura 3 minuti
Per uveite intendiamo l’infiammazione dell’uvea, la parte composta da iride, coroide e corpi ciliari. Quando colpisce i cani, questa patologia si suddivide in uveite anteriore, posteriore e panuveite: la prima interessa corpi ciliari e iride e genera cicliti e/o iriti, la seconda è l’infiammazione della coroide e la terza riguarda tutti e 3 i componenti.
Eziopatogenesi e quadro clinico dell’uveite nei cani
Nei cani, l’uveite si manifesta indipendentemente da altre patologie, come complicanza di malattie dell’occhio, oppure come malattia primaria o secondaria sistemica immunomediata, infettiva o neoplastica.
La PANUVEITE è diagnosticata soprattutto come tipologia immunimediato/idiopatico.
L’EHRLICHIOSI è riconosciuta come patologia infettiva associata soprattutto all’uveite nei cani, seppur legata alla sua prevalenza nelle differenti zone.
Possibili cause dell'Uveite
È interessante sapere che nel 50% dei casi è impossibile stabilire quale sia la causa dell’uveite.
A provocare l’uveite è sempre un danno ai tessuti generato da
- un trauma,
- un processo immunomediato
- o un’infezione,
che provoca maggiore permeabilità vascolare, migrazione dei leucociti nel punto della lesione e aumento dell’afflusso di sangue.
Durante l’infiammazione da uveite possiamo distinguere 3 fasi:
- attiva e acuta, contraddistinta dal fatto di essere essudativa con essudato fibroso, sieroso, purulento o sanguinolento;
- subacuta, quando c’è una reazione immunologica, che potrebbe generare cicatrizzazione, cronicità, necrosi o recidività;
- cronica
L’uveite può manifestarsi in modo specifico e con segni che fanno capo ad altre patologie che interessano l’occhio.
Altri segni clinici possono essere:
- miosi,
- ifema,
- congestione dei vasi ciliari,
- dolore,
- rubeosi,
- enoftalmo,
- minore pressione intraoculare,
- variazione della pigmentazione dell’iride,
- presenza di precipitati pericheratici,
- calo della vista, sinechia,
- ipertermia congiuntivale,
- iride bombata
Nel caso di uveite posteriore, possiamo notare granulomi corioterinici, effusione coroideale, opacità vitreali, emorragie e distacchi della retina, neurite ottica.
Le sequele che possono manifestarsi sono glaucoma, cataratta, phthisis bulbi, endoftalmite-panoftalmite. Nel 46% dei casi può giungere la cecità a causa della generazione di glaucoma secondario.
Diagnosi e trattamento dell'uveite
Per individuare l’uveite, prima di tutto, servono un esame obiettivo completo ed esami di laboratorio generale. Ulteriori test diagnostici sono quelli sierologici per malattie infettive e per immagini. Potrebbero essere necessari un esame citologico dell’umore acqueo e un test della fluoresceina.
Trattando l’uveite, l’obiettivo è di monitorare l’infiammazione, stabilizzare la barriera emato-acquosa, ridurre le sequele, diminuire la sensazione di dolore, sempre stando attenti a preservare la vista. Per curare questa patologia si ricorre a midriatici topici, corticosteroidi a antinfiammatori non steroidei. Sono necessari gli agenti parasimpatici, per i loro effetti cicloplegici e midriatici.
Una buona pulizia della zona oculare, specie dopo le passeggiate, può influire positivamente sulla comparsa di infiammazioni.
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Eziopatogenesi e quadro clinico dell’uveite nei cani
Nei cani, l’uveite si manifesta indipendentemente da altre patologie, come complicanza di malattie dell’occhio, oppure come malattia primaria o secondaria sistemica immunomediata, infettiva o neoplastica.
La PANUVEITE è diagnosticata soprattutto come tipologia immunimediato/idiopatico.
L’EHRLICHIOSI è riconosciuta come patologia infettiva associata soprattutto all’uveite nei cani, seppur legata alla sua prevalenza nelle differenti zone.
Possibili cause dell'Uveite
È interessante sapere che nel 50% dei casi è impossibile stabilire quale sia la causa dell’uveite.
A provocare l’uveite è sempre un danno ai tessuti generato da
- un trauma,
- un processo immunomediato
- o un’infezione,
che provoca maggiore permeabilità vascolare, migrazione dei leucociti nel punto della lesione e aumento dell’afflusso di sangue.
Durante l’infiammazione da uveite possiamo distinguere 3 fasi:
- attiva e acuta, contraddistinta dal fatto di essere essudativa con essudato fibroso, sieroso, purulento o sanguinolento;
- subacuta, quando c’è una reazione immunologica, che potrebbe generare cicatrizzazione, cronicità, necrosi o recidività;
- cronica
L’uveite può manifestarsi in modo specifico e con segni che fanno capo ad altre patologie che interessano l’occhio.
Altri segni clinici possono essere:
- miosi,
- ifema,
- congestione dei vasi ciliari,
- dolore,
- rubeosi,
- enoftalmo,
- minore pressione intraoculare,
- variazione della pigmentazione dell’iride,
- presenza di precipitati pericheratici,
- calo della vista, sinechia,
- ipertermia congiuntivale,
- iride bombata
Nel caso di uveite posteriore, possiamo notare granulomi corioterinici, effusione coroideale, opacità vitreali, emorragie e distacchi della retina, neurite ottica.
Le sequele che possono manifestarsi sono glaucoma, cataratta, phthisis bulbi, endoftalmite-panoftalmite. Nel 46% dei casi può giungere la cecità a causa della generazione di glaucoma secondario.
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Per individuare l’uveite, prima di tutto, servono un esame obiettivo completo ed esami di laboratorio generale. Ulteriori test diagnostici sono quelli sierologici per malattie infettive e per immagini. Potrebbero essere necessari un esame citologico dell’umore acqueo e un test della fluoresceina.
Trattando l’uveite, l’obiettivo è di monitorare l’infiammazione, stabilizzare la barriera emato-acquosa, ridurre le sequele, diminuire la sensazione di dolore, sempre stando attenti a preservare la vista. Per curare questa patologia si ricorre a midriatici topici, corticosteroidi a antinfiammatori non steroidei. Sono necessari gli agenti parasimpatici, per i loro effetti cicloplegici e midriatici.
Una buona pulizia della zona oculare, specie dopo le passeggiate, può influire positivamente sulla comparsa di infiammazioni.
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